giovedì 25 giugno 2020

Cava in località Cascina Bergamina: in arrivo un impianto di gestione rifiuti?

La cava in località Cascina Bergamina potrebbe essere interessata dalla realizzazione di un nuovo impianto di recupero di rifiuti non pericolosi.
La società interessata ha infatti avviato, a settembre 2018, l’iter con la Città Metropolitana di Milano (ex Provincia) per ottenere le autorizzazioni necessarie.
Il progetto prevede due cicli produttivi:
- il recupero di rifiuti da costruzione e demolizione costituiti da inerti, mediante triturazione e vagliatura;
- la selezione, cernita ed eliminazione di frazioni estranee e il raggruppamento per frazioni omogenee di rifiuti speciali non pericolosi recuperabili di diverse tipologie (legnosa, plastica, cartacea, metallica, vetrosa).

La Città Metropolitana ha decretato a inizio anno l’assoggettamento alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) del progetto per ponderare i suoi potenziali impatti ambientali tenendo conto degli effetti derivanti dall’interazione e dalla sommatoria con l’attività estrattiva già insistente sull’area, nonché i possibili effetti sul traffico, già ad oggi particolarmente critico.

La società ha così ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per l’annullamento della decisione della Città Metropolitana ed evitare la VIA, una procedura che ha lo scopo di individuare, descrivere e valutare, in via preventiva alla realizzazione dell’impianto, gli effetti sull’ambiente, sulla salute e sul benessere umano, nonché di identificare le misure atte a prevenire, eliminare o minimizzare gli impatti negativi sull’ambiente, prima che questi si verifichino.
Il 17 giugno scorso il TAR ha però respinto, nella fase cautelare, il ricorso della società.
Si tratta ora di conoscere se la società intende proseguire con il contenzioso o meno.

«Se da un lato è una buona notizia la salvaguardia della decisione della Città Metropolitana sull’obbligo della VIA – commenta il Consigliere comunale della Lista civica Bareggio 2013, Monica Gibillini – dall’altro lato il disagio che il territorio bareggese subisce per effetto dell’attività estrattiva rischia di accentuarsi con il nuovo impianto di gestione dei rifiuti qualora venisse realizzato.
Tra l’altro, l’escavazione presso la cava ripresa a febbraio 2019 in forza della convenzione con il Comune del 2017 sembra essere destinata a proseguire anche oltre all’attuale convenzione comunale, almeno così prevede il nuovo Piano cave adottato dalla Città Metropolitana nel 2018 ma non ancora definitivo».

Con l’occasione facciamo dunque il punto della situazione sull’attività estrattiva ricominciata presso la cava all’inizio del 2019. Abbiamo infatti presentato un’interrogazione per verificare:
  • se le attività di ripristino ambientale sull’area a cui il cavatore era stato condannato dal Tribunale di Milano nel 2014 sono state realizzate o meno
  • se l’avvio dell’attività estrattiva di febbraio 2019 è stato preceduto da un rilievo sullo stato di fatto esistente e se e quale termine ha dato il Comune alla ditta per ricevere il rilievo da cui risulta la delimitazione dell’area di cava
  • come si è organizzato il Comune per il controllo sull’attività di escavazione
  • quali interventi infrastrutturali/ambientali ha in programma la Giunta comunale per l’anno in corso sulle aree direttamente o indirettamente interessate dall’area di escavazione, tenuto conto che per legge i proventi derivanti dall’attività estrattiva devono essere destinati a questi interventi.
Dalle risposte ricevute dal Sindaco nelle scorse settimane emerge che il ripristino ambientale imposto dal Tribunale di Milano deve ancora essere realizzato, in quanto confluito nell’autorizzazione della Città Metropolitana di Milano del 2017 sulla convenzione comunale.

Il rilievo sullo stato di fatto esistente dell’area di cava – quello che va confrontato al termine di ogni anno di escavazione con quello precedente per quantificare il contributo che il cavatore deve pagare al Comune – risale al 4 marzo 2013. L’anno di inizio dell’escavazione (febbraio 2019) dell’attuale convenzione è passato ma alla scadenza prevista nessuna documentazione è pervenuta in Comune dal cavatore e dopo il sollecito del Comune il cavatore ha prodotto risposte carenti su cui il Comune ha richiesto integrazioni.

Fino a un paio di mesi fa il Comune non aveva ancora conferito gli incarichi a specialisti con onere a carico del cavatore (per massimo 40.000€ come prevede la convenzione) per controllare l’esecuzione dei lavori di coltivazione e riassetto ambientale, nonché la regolarità di scarpate e pendii.
Infine, per l’anno in corso non sono previsti interventi infrastrutturali e/o ambientali anche se nel bilancio 2020 ci sono 40.000€ di entrate per proventi cava.
Peraltro, sul versante infrastrutturale la convenzione tra il Comune e il cavatore prevede, in aggiunta ai proventi cava:
  • una compartecipazione del cavatore di massimo 40.000 euro per la pista ciclopedonale lungo via Cusago fra la rotonda di Cascina Bergamina e fino all'alzaia del canale scolmatore. Nel Piano delle opere pubbliche 2022 la maggioranza pur avendo previsto la realizzazione di piste ciclabili, tra cui quella in via Cusago, Cascina Figina e via Piave, non ha inserito a bilancio nessuna entrata dal cavatore. Il nostro emendamento al bilancio per inserire l'entrata è stato respinto dalla maggioranza
  • il rifacimento del manto stradale nei tratti di ingresso e uscita dalla cava per un massimo 200.000 euro a carico del cavatore, ma anche di questo importo a bilancio nulla, al momento, è previsto. La nostra osservazione per inserire nel Piano delle opere pubbliche questi rifacimenti è stata respinta dalla maggioranza.
«Nella precedente Legislatura nelle sedute della Commissione Cava - commenta Stefano Capitano della Lista civica Bareggio 2013 - si conosceva almeno un po' la situazione sull'ambito estrattivo. Nell'estate dello scorso anno il Sindaco in Consiglio comunale aveva annunciato la necessità di rimettere mano al regolamento della Commissione cosa che finora non è stata fatta. Quali sono le intenzioni della maggioranza a riguardo?
Al momento non posso che registrare che la Giunta comunale deve ancora fare molto per attuare le previsioni dell’attuale convenzione con il cavatore sul versante dei controlli, delle entrate comunali vincolate a interventi infrastrutturali».

venerdì 5 giugno 2020

Gli avanzi degli anni precedenti salvano il bilancio comunale

L’avanzo libero di bilancio di 2.790.305 euro è stato vincolato per 1.606.680 euro per coprire le possibili mancate entrate provenienti da tasse e tariffe comunali per effetto della crisi economica legata all’ emergenza sanitaria Covid-19.
Se la riduzione delle entrate comunali sarà effettivamente così importante lo si potrà sapere solo nei prossimi mesi e comunque, qualora la riduzione fosse quella ad ora stimata, i servizi e le attività comunali saranno garantiti dal “tesoretto” dell’avanzo libero di bilancio.

Un importo accumulato in circa 20 anni prevalentemente per effetto del vincolo alla spesa comunale derivante dal patto di stabilità europeo che impediva ai Comuni di usare liberamente le proprie risorse. Da ottobre 2018 invece i Comuni possono usare gli avanzi accantonati per realizzare opere pubbliche e quest’anno il Governo ne permette l’uso per l’emergenza coronavirus.
Ma non è tutto, con la variazione di bilancio approvata vengono registrati nel bilancio comunale oltre 800.000 euro di trasferimenti e contributi che provengono dallo Stato e dalla Regione, di cui per emergenza Covid-19 138.803 euro statali che comprendono i 91.950 euro per i buoni alimentari distribuiti in aprile e 500.000 euro regionali per la ripresa economica post coronavirus.
Vale la pena di chiarire che il contributo di 33.598 euro ai 5 nidi privati che accudiscono circa 100 bambini e di 7.370 euro alla scuola dell’infanzia parrocchiale derivano da contributi statali del Sistema Educativo 0 6 anni (erogati tramite la Regione) che sarebbero comunque arrivati indipendentemente dall’emergenza sanitaria, trattandosi di un fondo a valere sulle attività del 2019. Per questo ho chiesto di poter inserire anche ai nidi privati tra i beneficiari dei 150.000 euro di contributi a fondo perduto previsti a sostegno di artigianato e commercio.
Il mezzo milione di euro della Regione è stato, invece, destinato:
  • per 194.000 euro alla manutenzione straordinaria della scuola dell’infanzia di via Gallina (rifacimento bagni) e del nido comunale (impianto di acqua calda)
  • per 250.000 euro per la riqualificazione energetica della scuola primaria Collodi di San Martino.
E ancora alle scuole sono stati destinati i 90.000 euro dello Stato per l’efficientamento energetico dell’illuminazione della scuola secondaria di Bareggio e della palestra Sadat.
A finanziare il buono famiglia (120.000 euro), i contributi a fondo perduto per artigiani e commercianti (150.000 euro oltre 15.000 euro di incarico legale per erogare il fondo), i rimborsi delle rette dei servizi parascolastici (6.000 euro) e l’integrazione del fondo affitti del Piano di Zona (20.000 euro) sono:
o   il conto corrente per emergenza Covid aperto dal Comune che ha raccolto 85.100 euro versanti da un paio di società, una partecipata dal Comune che ha versato 60.000 euro
o   l’avanzo di bilancio.
«Il voto della Lista Civica Bareggio 2013 è stato di astensione – commenta il Consigliere comunale Monica Gibillini – pur rilevando infatti la volontà della maggioranza di andare incontro alle esigenze di famiglie e imprese in questo particolare periodo di emergenza economica, non condividiamo la scelta della maggioranza di non rivedere la tassazione a carico dei possessori di reddito tra i 10.000 euro e i 15.000 euro che quest’anno dopo anni torneranno a pagare l’addizionale comunale IRPEF. È una scelta che oggi è fuori dal contesto: che senso ha dare aiuti alle famiglie e fargli pagare una tassa comunale che prima non pagavano?
Speriamo poi che misure previste a sostegno di famiglie e imprese vengano presto erogate e che l’emergenza economica non si prolunghi perché altrimenti l’avanzo di bilancio potrebbe non bastare per il futuro. L’avanzo libero passa infatti da 2.790.000 euro a 769.798 euro».
«Rimane il nostro impegno a fare opposizione in modo propositivo commentano Davide Casorati, Max Ravelli e Barbara Pinzan della Lista/Comitato Bareggio 2013 – tra il non fare opposizione e fare populismo c’è infatti una via di mezzo: fare opposizione cercando di migliorare le idee che arrivano dalla maggioranza.

Almeno in questa fase, accettare delle idee della minoranza sarebbe veramente un atteggiamento corretto per un Consiglio Comunale con un “ruolo istituzionale”, ma se questo è troppo ci si accontenterebbe anche di una maggioranza con stampella che accetti qualche suggerimento»