La
cava in località Cascina Bergamina potrebbe essere interessata dalla
realizzazione di un nuovo impianto di recupero di rifiuti non pericolosi.
La
società interessata ha infatti
avviato, a settembre 2018, l’iter con la Città Metropolitana
di Milano (ex Provincia) per ottenere le autorizzazioni necessarie.
Il
progetto prevede due
cicli produttivi:
- il
recupero di rifiuti da costruzione e demolizione costituiti da inerti, mediante
triturazione e vagliatura;
- la
selezione, cernita ed eliminazione di frazioni estranee e il raggruppamento per
frazioni omogenee di rifiuti speciali non pericolosi recuperabili di diverse
tipologie (legnosa, plastica, cartacea, metallica, vetrosa).
La Città Metropolitana ha
decretato a inizio anno l’assoggettamento alla Valutazione di Impatto
Ambientale (VIA) del progetto per ponderare i suoi potenziali impatti
ambientali tenendo conto degli effetti derivanti dall’interazione e dalla
sommatoria con l’attività estrattiva già insistente sull’area, nonché i
possibili effetti sul traffico, già ad oggi particolarmente critico.
La società ha così ricorso
al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR) per l’annullamento della decisione
della Città Metropolitana ed evitare la VIA, una procedura che ha lo scopo
di individuare, descrivere e valutare, in via preventiva alla realizzazione
dell’impianto, gli effetti sull’ambiente, sulla salute e sul benessere umano,
nonché di identificare le misure atte a prevenire, eliminare o minimizzare gli
impatti negativi sull’ambiente, prima che questi si verifichino.
Il
17 giugno scorso il TAR ha però
respinto, nella fase cautelare, il ricorso della società.
Si
tratta ora di conoscere se la società intende proseguire con il contenzioso o
meno.
«Se da
un lato è una buona notizia la salvaguardia della decisione della Città
Metropolitana sull’obbligo della VIA – commenta il Consigliere comunale della
Lista civica Bareggio 2013, Monica Gibillini – dall’altro lato il disagio
che il territorio bareggese subisce per effetto dell’attività estrattiva rischia
di accentuarsi con il nuovo impianto di gestione dei rifiuti qualora venisse
realizzato.
Tra
l’altro, l’escavazione presso la cava ripresa a febbraio 2019 in forza della
convenzione con il Comune del 2017 sembra essere destinata a proseguire anche
oltre all’attuale convenzione comunale, almeno così prevede il nuovo Piano cave
adottato dalla Città Metropolitana nel 2018 ma non ancora definitivo».
Con
l’occasione facciamo dunque il punto della situazione sull’attività estrattiva ricominciata
presso la cava all’inizio del 2019. Abbiamo infatti presentato
un’interrogazione per verificare:
- se le attività di ripristino ambientale sull’area a cui il cavatore era stato condannato dal Tribunale di Milano nel 2014 sono state realizzate o meno
- se l’avvio dell’attività estrattiva di febbraio 2019 è stato preceduto da un rilievo sullo stato di fatto esistente e se e quale termine ha dato il Comune alla ditta per ricevere il rilievo da cui risulta la delimitazione dell’area di cava
- come si è organizzato il Comune per il controllo sull’attività di escavazione
- quali interventi infrastrutturali/ambientali ha in programma la Giunta comunale per l’anno in corso sulle aree direttamente o indirettamente interessate dall’area di escavazione, tenuto conto che per legge i proventi derivanti dall’attività estrattiva devono essere destinati a questi interventi.
Dalle
risposte ricevute dal Sindaco nelle scorse settimane emerge che il
ripristino ambientale imposto dal Tribunale di Milano deve ancora essere
realizzato, in quanto confluito nell’autorizzazione della Città
Metropolitana di Milano del 2017 sulla convenzione comunale.
Il
rilievo sullo stato
di fatto esistente dell’area di cava – quello che va confrontato al termine
di ogni anno di escavazione con quello precedente per quantificare il
contributo che il cavatore deve pagare al Comune – risale al 4 marzo 2013.
L’anno di inizio dell’escavazione (febbraio 2019) dell’attuale convenzione è
passato ma alla scadenza prevista nessuna documentazione è pervenuta in
Comune dal cavatore e dopo il sollecito del Comune il cavatore ha prodotto
risposte carenti su cui il Comune ha richiesto integrazioni.
Fino
a un paio di mesi fa il Comune non aveva ancora conferito gli incarichi a
specialisti con onere a
carico del cavatore (per massimo 40.000€ come prevede la convenzione) per
controllare l’esecuzione dei lavori di coltivazione e riassetto ambientale,
nonché la regolarità di scarpate e pendii.
Infine,
per l’anno in corso non sono previsti interventi infrastrutturali e/o
ambientali anche se nel bilancio 2020 ci sono 40.000€ di entrate per
proventi cava.
Peraltro,
sul versante infrastrutturale la convenzione tra il Comune e il cavatore
prevede, in aggiunta ai proventi cava:
- una compartecipazione del cavatore di massimo 40.000 euro per la pista ciclopedonale lungo via Cusago fra la rotonda di Cascina Bergamina e fino all'alzaia del canale scolmatore. Nel Piano delle opere pubbliche 2022 la maggioranza pur avendo previsto la realizzazione di piste ciclabili, tra cui quella in via Cusago, Cascina Figina e via Piave, non ha inserito a bilancio nessuna entrata dal cavatore. Il nostro emendamento al bilancio per inserire l'entrata è stato respinto dalla maggioranza
- il rifacimento del manto stradale nei tratti di ingresso e uscita dalla cava per un massimo 200.000 euro a carico del cavatore, ma anche di questo importo a bilancio nulla, al momento, è previsto. La nostra osservazione per inserire nel Piano delle opere pubbliche questi rifacimenti è stata respinta dalla maggioranza.
«Nella precedente Legislatura nelle sedute della Commissione
Cava - commenta Stefano Capitano della Lista civica Bareggio 2013 - si
conosceva almeno un po' la situazione sull'ambito estrattivo. Nell'estate dello
scorso anno il Sindaco in Consiglio comunale aveva annunciato la necessità
di rimettere mano al regolamento della Commissione cosa che finora non è stata
fatta. Quali sono le intenzioni della maggioranza a riguardo?
Al momento non posso che registrare che la Giunta comunale deve
ancora fare molto per attuare le previsioni dell’attuale convenzione con il
cavatore sul versante dei controlli, delle entrate comunali vincolate a
interventi infrastrutturali».